


L'opera scelta è il Guggenheim Museum di New York progettato tra il 1943 e il 1959 da F.L. Wright di cui si parla all'interno del
capitol 13 "Funzioni diverse: Wright, Aalto, Gropius e Mies" di "Architettura e Modernità".
Il capitolo affronta il tema della ricerca architettonica intrapresa dai grandi maestri in America nel secondo dopoguerra nel
tentativo di rifondare il proprio linguaggio intorno al concetto di funzione che in ciascuno porta a risultati molto diversi e
personali.
In Wright i suoi schemi funzionali si spostano verso soluzioni più curvilinee secondo il movimento del sole o le spirali,
partendo sempre dal principio di modellare lo spazio interno sulla funzione.
L'esempio più eclatante è appunto il museo Guggenheim dove la rampa espositiva (quindi la Funzione dell'edificio)
modella intorno a se tutti gli spazi sia interni che esterni,è saltata qualsiasi griglia o gerarchia.
Tuttavia questa non è una scelta di puro funzionalismo sterile poiché è l'artista stesso a re-inventarsi la funzione
e il modo dell'utente di fruirne tutto questo si traduce con forme estremamente dinamiche e vitali in grado di
imprimere un nuovo linguaggio.
La stessa ricerca stilistica in merito alla funzione viene ripresa anche da altri grandi maestri quali Gropius con
la scelta dell'organigramma, Van Der Rohe invece esasperando la sua formula del "less is more" giunge via via ad
una totale astrazione dello spazio che diventa assoluto ed indifferenziato slegandosi completamente dalla contingenza
funzionale.
I suoi spazi quindi sono assoluti adatti ad ogni tipo di funzione e ad ogni ambiente circostante.
Colui che spinge la ricerca espressiva ancora più avanti e con maggiori esiti formali è il finlandese Aalto con il Dormitorio del
MIT 1947-49 dove partendo dal modello del Padiglione svizzero a Parigi di Le Corbusier del 1932 porta avanti la ricerca con
straordinarie invenzioni personali legando indissolubilmente il suo progetto alla funzione,al luogo,al paesaggio e al contesto.